Ci sono malattie che non ci riguardano più. Almeno noi pensiamo che non ci riguardino. Abbiamo paura di infettarci e ammalarci con cento patologie diverse ma alcune fanno parte del nostro passato. La TBC ad esempio, è roba che viene dal passato. C’è stato un momento in cui si vendevano certi francobolli che francobolli non erano, e che avrebbero dovuto servire per la lotta alla tubercolosi. Di memoria più antica ci sono i sanatori, in montagna magari, dove qualche nostro avo può essere stato confinato in attesa di guarigione o di morte. Poi le cure, gli antibiotici, le norme igieniche. Oramai non ci fa più paura la TBC. E abbiamo ragione: altre cose sono da temere per la nostra salute occidentale evoluta.
Ma in molti paesi la tubercolosi prosegue la sua opera: tra cui, Burkina Faso, Kenya, Madagascar, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Costa d'Avorio, Togo, Uganda, Rwanda, Myanmar, Iraq, Mali, Tajiikistan, Bosnia-Erzegovina.
Il problema non è tanto la cura in sé: sono stati trovati rimedi che funzionano, non è un problema particolarmente grave. Il fatto è che in alcuni paesi è difficile seguire le cure per problemi oggettivi di ambiente, disponibilità dei farmaci, condizioni igieniche ambientali, precedenti malattie batteriche.
Finalmente è stato annunciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un accordo tra "Stop TB Partnership's Global Drug Facility" e "UNITAID", che intendono collaborare insieme per fornire farmaci antitubercolotici a diciannove tra i paesi paesi più poveri del mondo. Non si tratta solo di dare una pastiglia ma di seguire il decorso della malattia (che di sovente non si manifesta neppure in maniera evidente) facendo in modo che l’ammalato abbia accesso alle cure del caso con continuità, fino alla (auspicata) guarigione. Global Drug Facility fornirà oltre ai farmaci anche assistenza tecnica, mentre UNITAID destinerà all'iniziativa 26.8 milioni di dollari per il 2007 e tutto il 2008.
La condizione disagiata è, tutto sommato, la causa principale della diffusione di malattie come la TBC, problemi sanitari che da noi forse occuperebbero pochi minuti del tempo di qualunque medico e si risolverebbero presto e bene. In genere si tratta di malattie che si diffondono a causa di cattive condizioni igieniche (da collegare con la mancanza d’acqua) e la non disponibilità di medici e medicine per fare diagnosi precoci e interventi mirati fin dall’inizio della malattia.
Insomma: la TBC, l’erisipela o altre malattie batteriche che possono essere gravi saranno sconfitte semplicemente migliorando la qualità della vita delle persone.
Ma in molti paesi la tubercolosi prosegue la sua opera: tra cui, Burkina Faso, Kenya, Madagascar, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Costa d'Avorio, Togo, Uganda, Rwanda, Myanmar, Iraq, Mali, Tajiikistan, Bosnia-Erzegovina.
Il problema non è tanto la cura in sé: sono stati trovati rimedi che funzionano, non è un problema particolarmente grave. Il fatto è che in alcuni paesi è difficile seguire le cure per problemi oggettivi di ambiente, disponibilità dei farmaci, condizioni igieniche ambientali, precedenti malattie batteriche.
Finalmente è stato annunciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un accordo tra "Stop TB Partnership's Global Drug Facility" e "UNITAID", che intendono collaborare insieme per fornire farmaci antitubercolotici a diciannove tra i paesi paesi più poveri del mondo. Non si tratta solo di dare una pastiglia ma di seguire il decorso della malattia (che di sovente non si manifesta neppure in maniera evidente) facendo in modo che l’ammalato abbia accesso alle cure del caso con continuità, fino alla (auspicata) guarigione. Global Drug Facility fornirà oltre ai farmaci anche assistenza tecnica, mentre UNITAID destinerà all'iniziativa 26.8 milioni di dollari per il 2007 e tutto il 2008.
La condizione disagiata è, tutto sommato, la causa principale della diffusione di malattie come la TBC, problemi sanitari che da noi forse occuperebbero pochi minuti del tempo di qualunque medico e si risolverebbero presto e bene. In genere si tratta di malattie che si diffondono a causa di cattive condizioni igieniche (da collegare con la mancanza d’acqua) e la non disponibilità di medici e medicine per fare diagnosi precoci e interventi mirati fin dall’inizio della malattia.
Insomma: la TBC, l’erisipela o altre malattie batteriche che possono essere gravi saranno sconfitte semplicemente migliorando la qualità della vita delle persone.
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