domenica 30 settembre 2007

persone per bene


Questa sera un’amica e suo figlio hanno fatto una offerta per l’associazione. È stato un gesto spontaneo, naturale per loro. Chi scrive non ha potuto emettere immediata ricevuta e l’ha detto agli amici: il foglietto attestante il versamento glielo darà domani. “Fa niente” gli hanno detto “Ci fidiamo, ci conosciamo”.
La cosa mi ha fatto pensare. Noi di “Luca è con noi” siamo una delle tante ONLUS che lavora per il sociale in genere. Altri hanno organizzazioni importanti, hanno “sponsor” e “testimonial”, ovvero ditte note che finanziano e persone note (i “VIP”) che fanno pubblicità. Talvolta riescono a organizzare delle vere e proprie campagne mediatiche. Noi no. Noi siamo piccoli e vogliamo restarlo. Non solo: la nostra forza è nelle nostre facce. Ci conosciamo tutti, se una persona ci dà fiducia non è perché siamo “ONLUS” o perché c’è un regolare bilancio (peraltro chiaro e disponibile) ma perché siamo noi, con la nostra onorabilità personale. Non siamo persone eccezionali, non siamo VIP, siamo “persone per bene”, a cui piacciono i lavori ben fatti. Se non vi fidate è perché non ci conoscete. Venite a trovarci, parliamone.

Dimenticavo: in ogni caso ad ogni versamento corrisponde una ricevuta, e se poi fate il versamento in banca potete usare la ricevuta bancaria da scalare nella dichiarazione dei redditi.

sabato 29 settembre 2007

distanze


Io che scrivo queste note, tempo fa ho avuto il piacere di parlare con un amico, il quale non gradisce essere nominato, che ha operato in Africa per molto tempo, come missionario cattolico. Gli avevo chiesto come mai in Africa la gente muore di fame. E lui mi ha risposto che nessuno là muore di fame, a meno che non ci sia una guerra, una carestia grave, un abnorme movimento di popolazioni a seguito di una guerra. Nei villaggi non si è mai soli. Se ad un uomo manca il pane, qualcuno provvederà ad aiutarlo. Non ci sono bambini orfani: tutte le donne adulte del villaggio sono la mamma di ogni bambino. Sono bastate queste quattro parole per confermarmi ancora una volta che io dell’Africa so una sola cosa: niente. Nel senso che quello di cui sono convinto, che mi hanno spiegato, che mi hanno trasmesso, sono immagini semplificate, scandalose anche, ma se non vengono messe nel loro contesto finiscono per fare solo confusione.
In Africa oggi (e da tempo, ormai) si vive, spesso, ma non dappertutto, in una condizione di miseria diffusa. La miseria è quella cosa per cui se va tutto bene sopravvivi. Se qualcosa va storto non hai nulla per difenderti.


Leggevo qualche giorno fa un bel libro di Luigi Ferrando "A tavola con i del Carretto". Prima di parlar di cucina l’autore parla della nostra Valle nei tempi antichi, definisce molto bene quel sistema economico chiamandolo "economia dell’autosufficienza". Tutto quello che produceva una cascina (tolta la parte del padrone, se c’era) doveva servire come scorta alimentare, semente per l’anno nuovo e merce per comprare quel che non si produceva: sale, stoffa, pesce, supellettili. Cosa avanzava? Niente. Tutto (e a volte anche di più) era consumato. Bastava un anno asciutto, o piovoso, o la grandine, o una brinata, o un esercito (napoleonico o austriaco o ancora savoiardo) di passaggio per ridursi sul lastrico per anni.
Nelle cascine nessuno moriva di fame: si andava dal vicino, in primavera, a chiedere due patate, un sacco di castagne. Nessun bambino era da solo: chiunque, nella borgata, lo conosceva e lo guardava quasi come suo.
Ma ci sono poi tanti kilometri tra noi e l’Africa?
E poi, oggi, il nostro mondo, non avrà bisogno di imparare qualcosa dall’Africa? Qualcosa che abbiamo dimenticato?

venerdì 28 settembre 2007

Dal nostro inviato...


Ha scritto un'email, il nostro caro amico ivoriano. Lui è la nostra emanzione sul posto, quello che ci conosce, e noi lo conosciamo abbastanza bene da prestargli ascolto. A lui è piaciuto il nostro modo di lavorare, il nostro modo rispettare la sua gente: vorremmo aiutarli mettendoci al loro fianco, non davanti a tirare o dietro a spingere. Loro sono contadini? Ebbene, anche noi lo siamo, lo siamo stati o ne siamo figli. Sappiamo anche noi la fatica e la fame: ce l'hanno raccontata, per fortuna. Sappiamo l'ignoranza, che è una brutta malattia, che va curata: i nostri avi lo erano. Per motivi complessi che non sappiamo spiegare bene noi, qui, ci siamo ritrovati nella parte fortunata. E' andata così. Sarebbe bello che non ci fossero parti fortunate o sfortunate.

Comunque: il nostro amico ha scritto che la scuola materna di M'Bonuà è arrivata al tetto. Questa storia è iniziata tempo fa. Il direttivo ne ha parlato, ragionato e discusso. S'era trovato il sito, il terreno, perfino le maestre. Ma mancavano i soldi, almeno tutti i soldi. Pazienza, ci siamo detti, arriveranno pian piano. Un mattone alla volta: ci vorrano anni, forse. E invece no. Una signora ha deciso di devolvere una certa parte della sua eredità proprio per "Luca è con noi" e proprio per costruire una scuola materna in Costa d'Avorio.

Sapevamo, per sentito dire, che anche avendo i soldi, le cose in Africa procedono lentamente: mesi e mesi ad aspettare mattoni e materiali.

Evabbè, anche coi soldi ci vorrà tempo... Non c'è problema. In primavera sono partiti i lavori. Tutti noi pensavamo: "Se tutto andrà proprio bene i primi bambini entreranno a novembre del 2008, ci vuole tempo..."


Ora l'amico ivoriano ci scrive che la scuola è al tetto (notizia di un mese fa) e per la fine di ottobre si cominciano le lezioni. Con solo UN ANNO DI ANTICIPO sui nostri programmi più rosei.


150 bambini ad imparare i rudimenti dello scrivere, del disegnare, a giocare. Assistiti da maestre locali, nel loro ambiente, vicino alle loro famiglie. Imparate presto a volare, passerotti, e costruitevi da voi il vostro futuro!!

made in Cote d'Ivoire

foto tratta da it.wikipedia.org


L’Africa non è solo problemi, difficoltà, guerre e carestie. L’Africa produce una delle cose più buone (e più nutrienti) al mondo. Lo chiamano anche il "cibo degli dei".
A Perugia il 18 ottobre 2007, per la manifestazione "Eurochocolate World", ci sarà il "C8", il summit dei primi otto Paesi produttori di cacao. L’anno scorso si era parlato di qualità. Quest’anno al centro dei dibattiti ci sarà il tema dell' economia sostenibile nei Paesi produttori di cacao.
In ordine di importanza, i più grandi produttori sono: Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria, Indonesia, Camerun, Ecuador, Brasile, Papua Nuova Guinea.

giovedì 27 settembre 2007

Una serata 'culturale'...


Venerdì 21 settembre 2007 l’associazione ha organizzato un incontro dal titolo: "Costa d’Avorio, la gente, le tradizioni, la storia". Hanno partecipato due amici esterni all’associazione, Franco e Davide.
L’intervento di Davide: cosa sappiamo oggi dell’Africa se non che è un luogo di guerre, malattie o fame? E’ vero quel che sappiamo? Sembrerebbe proprio di no, visto che l’Africa produce cultura a vari livelli (pittura, cinema, letteratura). Il nostro immaginario non è neppure più quello degli anni Trenta, quando il fascismo ci raccontava la favola del continente tutto da conquistare, abitato da pastori e contadini, guerrieri tutt’al più armati di lancia. Se vogliamo che l’Africa non abbia più bisogno di aiuto prima di tutto dobbiamo imparare di più, dobbiamo capire che in Africa ci sono tante cose da scoprire e da imparare. Per collaborare con gli africani ci vuole cuore, ma anche cervello. Il rischio è quello di operare scelte in buona fede che però finiscono per fare danno. Anche l’alfabetizzazione, le cure mediche, la diffusione della religione cristiana, l’introduzione delle armi da fuoco non hanno fatto altro – pur a volte con degnissime intenzioni – che generare crisi: nella cultura tradizionale, nel rapporto tra generazioni, nell’equilibrio tra risorse e popolazione, nella conflittualità tribale.
La più vistosa, e anche rimossa, questione resta quella della schiavitù, del commercio di esseri umani che nel XVIII secolo ammontava ad una media di 44.000 persone l’anno. Tra il 1741 e il 1750, per esempio, nell’area dell’attuale Costa d’Avorio furono deportati circa 65.000 schiavi.
L’intervento di Franco:
Le prime tracce dell’uomo, gli scheletri più antichi, si trovano in Africa. Tutti noi proveniamo di lì, oramai sono daccordo gli scienziati. Dobbiamo essere quindi grati all’Africa che ha cullato l’umanità ai suoi albori. D’altra parte in Africa c’è un riguardo particolare per i vecchi. Ma stasera voglio parlare di come si nasce, perlomeno nella zona nord orientale della Costa d’Avorio. Prima sfatiamo un mito: la Costa d’Avorio non avrebbe ragione di esistere, è una invenzione dell’uomo bianco, che ha tracciato dei confini a suo comodo in un area occupata da decine di etnie diverse. Già, ma le nazioni sono comunque una invenzione dell’uomo bianco…
Il ciclo vitale si attua in 3 fasi: prima della nascita (invisibile), vita terrestre (visibile), aldilà con gli antenati (invisibile, con 7 possibili ritorni). Prima della nascita esiste anche una madre invisibile. Quando il bebè nasce è uno straniero che viene dal mondo invisibile, deve essere accolto come un dono. Se è accolto male torna da dove è venuto. La madre invisibile cercherà di riprenderselo. Appena nato le donne anziane devono scegliere: se ha malformazioni gravi il bebè viene soffocato. Se è nato si accoglie come uno straniero, salutandolo: "Uomo, buon giorno, qui si sta bene". Gli si apre la bocca con qualche goccia di limone e poi gli si dà un poco di acqua o di gin, perchè il suo viaggio è stato faticoso. Poi viene lavato 3 volte, con tre secchi d’acqua diversi, con tre spugne diverse e per 6 giorni il bebè sarà tenuto al buio con la madre. Intanto si cercherà di capire chi l’ha mandato, se una divinità o un antenato. Il 7° giorno viene presentato al villaggio e gli vengono dati 2 nomi. Al termine tutte le donne del villaggio se lo passano simbolicamente dicendo di non poterlo tenere con varie scuse, finchè non arriva alla madre naturale che lo accoglie. Quando sarà cresciuto chiamerà "mamma" ogni donna del villaggio.
Io credo che quella sera abbiamo capito due cose: 1) che sono argomenti difficili, e questo è un bene. Niente di peggio che sospettare di sapere. 2) che in Africa non sono poi molti diversi dalla Val Bormida di cent’anni fa…

le coordinate dell'associazione




Associazione ONLUS "LUCA E’ CON NOI"


Sede Legale Via Piani 26 17043 – Plodio (SV)




Telefono 019.511229




c/c 24985 ABI 3425


CAB 49350 CIN N


presso Banco Azzoaglio filiale di Carcare (SV)

I telegiornali non ne parlano...




Continua l’emergenza in Africa a causa delle forti piogge. I morti accertati sono 270 e i senzatetto un milione e mezzo. Si teme per la diffusione di malaria e dissenteria, malattie letali su una popolazione denutrita e senza assistenza.La situazione più grave è in Ghana, Burkina Faso e Togo.Nella Costa d’Avorio del nord ponti e strade sono stati demoliti dalla furia delle acque. A causa di ciò ci si aspetta un forte ritardo nelle operazioni di registrazione della popolazione locale. Questa operazione burocratica è una delle condizioni previste dall’accordo di pace di Ouagadougou, firmato quest’anno fra le truppe del nord (fedeli al primo ministro) e l'esercito del sud (fedele al presidente). Le popolazioni settentrionali della Costa d’Avorio affermano di essere state, per anni, discriminate dal governo centrale perchè di origine straniera. Il rilascio dei documenti dovrebbe porre fine a questa situazione.

Festa del tartufo a Millesimo (SV)



Fatta la debita domanda agli organizzatori abbiamo stabilito i turni di presenza, poi abbiamo caricato la mercanzia sul furgone, montato la bancarella e preparato un bel banchetto, con il suo gazebo, le maschere, le statuine, in alto lo striscione col nome.
Sabato e domenica: due belle giornate di sole, si festeggia, a Millesimo, il tartufo. Ci sono bancarelle un po' di tutti i generi: il salame, il formaggio, i tartufi, gli artisti, gli artigiani, qualche antiquario, il "ludobus" per far giocare i bambini, perfino un piccolo boschetto ricostruito in piazza, per ricreare l'ambiente adatto ai tartufii.
E' venuta tanta gente, in molti si sono fermati a curiosare, a chiedere, qualcuno anche a comprare, a informarsi per un'adozione internazionale a distanza. Siamo anche abbastanza contenti. Poteva andare meglio.
Chissà perchè ci hanno messo un po' defilati, ai margini...
Ci siamo scambiati qualche visita di cortesia con il banchetto degli amici (rivali -per scherzo-) del Senegal. A loro è andata peggio: erano a ridosso del cassonetto.
Ma già, c'è tanta gente e il posto è poco.
Andrà meglio il prossimo anno.

Adozioni Internazionali a Distanza


Come si può fare per non sprecare risorse?
Come si può fare per portare un aiuto sensato, corretto, a quei bambini?
Non posso pensare di aiutarli tutti, lo vorrei, ma non potrei permetterlo.
E allora? Non si può fare niente?

Altro che! Si può fare tantissimo con poco.
Che ci fai con 33 centesimi al giorno?
Un terzo di caffè, un'accelerata al semaforo in macchina, una sigaretta...

In costa d'avorio con 33 centesimi puoi permettere ad UN BAMBINO, uno in particolare, un viso, un nome, tante speranze, di:
1) iscriversi alla scuola
2) comprare il materiale scolastico
3) avere la divisa della scuola (indispensabile)
4) un pasto al giorno (durante il periodo scolastico)
5) spesa di copertura sanitaria (se non serve, automaticamente convertita in generi alimentari per la famiglia).
E lui può crescere a casa sua, con l'affetto della sua famiglia, i suoi genitori.

E allora, che ne dici? Telefona (019.511229) prendi un appuntamento, guarda le foto e parlane con qualcuno del gruppo "Luca è con noi", cosa ti costa? 33 centesimi!

Adesso trova una scusa migliore!

Muri africani, muratori plodiesi...



Sono "brik" e non mattoni, quelli che si vedono nella foto. Cioè, sempre mattoni sono, solo che si fanno sul posto, con sabbia e (poco) cemento. Sono grandi e vuoti. Gli ivoriani fanno un piccolo scavo, niente fondamenta e poi cominciano a impilare, con poca calce tra un "brik" e l'altro.
E non c'è un negozio dietro l'angolo dove puoi comprare una cazzuola, se ti serve, una riga, una livella. Devi "arrangiarti". E poi, spiega Dino, negli angoli dei muri, hanno l'usanza di non fare legare i mattoni. I muri arrivano a sfiorarsi appena nell'angolo del mattone. Dopo, a muro finito, si mette una tavola e si "getta" un pilastrino che lega i due muri perpendicolari. Anche questo ha la sua difficoltà, soprattutto abituare dei validi muratori valbormidesi a seguire metodi di costruzione africani. Tutti lavorano ma non c'è sempre tutto quel che serve pronto a disposizione. Chi è nervoso sappia prenderla con calma. E poi c'è il calore e ancor di più l'umidità. E non c'è un bar dove scolarsi una birra fresca. C'è l'acqua, buona, del pozzo o confezionata, per tutti. Così la sera ci si sente sfiniti, esausti per il gran calore, la grande cappa di umidità, la fatica del lavoro ma la fatica anche di farsi capire. E poi ti capita di incontrare un paio di occhi così, come dire... gli occhi che possono essere solo quelli di un bambino o di una bambina, sono gli occhi del nostro "datore di lavoro", e la stanchezza della giornata, la fatica e la sete, il caldo e l'umidità, trovano la loro motivazione.
Tutti a dormire: domani si comincia il tetto.

Dalla Costa d'Avorio



Una scuola in Costa d'Avorio. Una costruzione in muratura fatta da gente di Plodio e gente di Akoupè, che lavorano assieme per costruire una scuola.
Ma che senso ha? Perchè bisognava andare a scrivere quel nome e quel cognome tanto lontano? Non si poteva fare qui? In Valle Bormida? Perchè questi bravi plodiesi hanno fatto 20.000 Km per fare tutto questo?
E' semplice: perchè ce n'era bisogno.
Si, lo sappiamo, anche qui, talvolta c'è bisogno, ma qui non è mai emergenza come in molti paesi africani, asiatici, sudamericani o dell'Europa orientale.
Perchè proprio la Costa d'Avorio? Non lo sappiamo, nessuno lo sa. Forse non è l'associazione che ha scelto la Costa d'Avorio, o piuttosto sono tutti quei bellissimi bambini ad aver scelto l'associazione. Come è successo? Non lo sappiamo, sono combinazioni, casi, eventi fortuiti che a volte funzionano meglio di certe scelte a lungo ponderate, pensate e ragionate.
L'associazione è partita per aiutare gli altri, fino ad ora è riuscita a realizzare delle buone piccole cose, e ogni membro, ogni persona che condivide queste iniziative ha scoperto che fare del bene serve agli altri e cura sè stessi.
Chi non ha una ferita, più o meno profonda, più o meno sanguinante nell'animo? Chi non ha mai provato a curarla, ignorala, condividerla con altri? L'unico momento in cui non si sente (o si sente un po' meno) il bruciore di quella ferita è quando curiamo le ferite altrui. Prendendoci cura degli altri curiamo noi stessi.
Una scuola in Costa d'Avorio serve come un pozzo, come un trattore, come una medicina. I bambini che imparano (da maestre locali le loro tradizioni e le nuove materie) sapranno costruirsi un futuro, mantenendo un legame forte con la loro terra, riavviando un'economia difficile.
Il mondo potrebbe essere meglio di com'è, ecco perchè bisogna andare a 20.000 Km, fare una scuola, dare una speranza ad un popolo dignitoso e generoso.

Un po' di storia recente...



Sono ormai diversi anni che il gruppo "Luca è con noi" ha riunito molte persone per fare volontariato, per promuovere le azioni adatte a stimolare ed aiutare la gente, lontana e vicina, a cui manca tutto, o quasi.Luca Ranuschio era un giovane di Plodio, mancato a seguito di un incidente, ed è per volere degli stessi genitori che si è costituita l’associazione, per dare un senso a un dolore indescrivibile, per trasformare un ricordo tragico in una serie di azioni positive, buone, giuste.Anche per fare volontariato, per fare delle buone azioni, non si può improvvisare: occorre preparazione specifica sulle leggi internazionali, occorre avere contatti nei paesi e presso i fornitori di beni e servizi che si vogliono portare alle persone in difficoltà, occorre sapere come ci si muove su scenari internazionali, avere contatti con banche, agenzie di viaggio, medici, medicine e vaccinazioni. Non è affatto semplice.Ora che il gruppo di Plodio ha fatto tesoro dell’esperienza dei primi anni ha deciso di operare in completa autonomia. È una questione di dignità personale, è il piacere di dimostrare alle altre associazioni di volontariato che a Plodio (provincia di Savona) c’è della gente seria e motivata, brava a fare di tutto, anche ad aiutare gli altri.Dal 3 dicembre 2006 esiste quindi in Val Bormida, la possibilità di partecipare attivamente e materialmente ad attività internazionali umanitarie. Direi che è una grande occasione per ogni persona che desidera materialmente FARE qualcosa, occuparsi di un problema specifico, progettare una soluzione ed assistere alla realizzazione di un programma.Ma abbiamo detto che già da qualche anno è attivo questo gruppo: vediamo allora nello specifico quello che hanno già fatto fino ad ora (in collaborazione con altre associazioni):
2003: realizzata una scuola materna in Costa d’Avorio, nel villaggio di Akoupè d’Anyama (12000 abitanti). Nel mese di ottobre 2003 i volontari sono andati in Africa a costruire questa scuola.2004: Il cibo non consumato dalla annuale festa per la raccolta fondi è stata consegnata in parte alla Casa di Riposo di Millesimo ed parte a "Alternativa", casa d’accoglienza in Bra. A ottobre i volontari hanno ristrutturato la maternità di Akoupè e rifatto il tetto della scuola materna di Ebimpè (Costa d’Avorio). È stata aiutata una persona di Vado Ligure per affrontare un’operazione chirurgica.2005: Grazie al ricavo dei festeggiamenti, organizzati come ogni anno per la raccolta fondi si è deciso di utilizzare la somma per ben 19 adozioni sanitarie, sempre in Costa d’Avorio, e si è fatta costruire una casa in Rwanda per il progetto Ruengheri (casa ambulatorio per i bambini di strada).Dalla Valle Bormida parte la testa di un ponte fatto di buon senso pratico, di voglia di speranza, di desiderio di pace e di un mondo migliore nel senso più progettabile, praticabile, possibile, senza l’ausilio di vani discorsi, di sbrodolamenti politici o meramente teorici. È un’occasione per tutta la Val Bormida: possiamo dimostrare, nel nostro piccolo, di essere persone di buona volontà, e non è poco di questi tempi.Non è necessario che sia Natale, non serve fare donazioni enormi, non si può pensare di risolvere tutto e subito: ognuno pensi a donare un semino, un granello, una piccola rinuncia che vada a far parte di un progetto serio, intelligente, utile. L’associazione "Luca è con noi" è prima di tutto un servizio a noi tutti forse ancor più che ai diseredati.
Associazione ONLUS "LUCA E’ CON NOI" Sede Legale Via Piani 2617043 – Plodio (SV)
Telefono 019.511229
c/c 24985 ABI 3425 CAB 49350 CIN N
presso Banco Azzoaglio filiale di Carcare (SV)