mercoledì 3 ottobre 2007

Chiese e scuole


Foto: vallata di Plodio vista da Sant'Anna




La chiesa di Sant’Anna si trova su un’altura di Plodio da cui si domina la vallata. Si dice che sia stata costruita dai pastori provenienti dal Piemonte che si sono poi stabiliti in quello che è diventato il paese di Plodio. La chiesetta è isolata, piccola e bella, con il suo porticato, il campanile recente, una sola spaziosa navata. Ordinata e pulita. Il portichetto anteriore è lastricato di sasso grigio, si dice portato là dai carrettieri che un secolo fa scendevano a Millesimo carichi di legna. Al ritorno si caricavano le pietre lavorate dalla cava, spianate e rese regolari, ideali per lastricare un porticato, una "sosta" come si dice in dialetto, un luogo dove riparasi, se dovesse piovere, riposarsi, mangiare un pezzo di pane, dire un’orazione. I carrettieri l’avevano pensata bene: fra Plodio a Millesimo le cascine erano rare, non sempre si trovava un posto da ripararsi. E poi vicino all’unico soccorso a cui, a quel tempo, si poteva ricorrere.
Oggi la chiesa ha avuto bisogno di qualche piccolo lavoro di manutenzione (un paio di tegole) e qualche amico è salito fin lassù, si è portato il materiale e ha fatto quel che si doveva fare. Per combinazione questo amico è pure uno del gruppo "Luca è con noi".
A me è venuto in mente che c’è un fil rouge che lega una chiesetta sul colle in Valle Bormida a una scuola materna in Costa d’Avorio. Ora mi spiego: quando è stata costruita quella chiesetta non era solo un edificio silenzioso e pittoresco, come ci appare oggi. Molte persone si sono avvicendate appresso alla "fabbrica" dell’edificio: chi poche ore, chi giornate. Ci sarà chi ha fatto da mangiare e chi ha portato anche solo un po’ d’acqua, che di più non aveva. Per quella gente che lo ha edificato, questo tempio è anche un simbolo in cui riconoscersi, un modo per dire ai passanti e nei secoli a venire: "Guarda, qui ci abita gente che sa lavorare bene, che va daccordo, a cui merita dare fiducia". Poi la chiesa, fino a una cinquantina d’anni fa, era luogo di ritrovo, piazza comune nella quale, oltre alle debite orazioni, nascevano trattative e contratti, si dirimevano liti e discussioni, ci si riappacificava e si programmavano magari cene o merende. Intorno alla chiesa viveva il paese. È cambiata la società, da agricola a industriale, e oggi ci si ritrova al bar, più difficilmente nella piazza della chiesa. I lavori per l’interesse comune li gestisce la pubblica amministrazione. Eppure ancor oggi quel luogo e quella chiesa fanno parte del mondo sentimentale dei plodiesi, la sentono "propria" nel senso più esteso e positivo del termine. Tanto che ancora oggi c’è chi sale fin lassù per tenerla in ordine.
Non mi stupisce (ed è questo il sottile legame a cui accennavo) che la stessa gente, o meglio i figli di quella gente, possano pensare di aiutare a fare una scuola in Costa d’Avorio. Un edificio del genere in un posto del genere non è solo una scuola, è un posto di ritrovo, un simbolo per gli abitanti del villaggio (loro se la stanno costruendo con l’aiuto dell’associazione), un po’ come una chiesa, anche se serba in sè una sacralità diversa eppure sentita allo stesso modo: la scuola è dove un bambino inizia il suo percorso di crescita e cosa c’è per una civiltà di più sacro che i bambini?
Credo e spero fermamente che la scuola materna di M’Bonuà diventi, negli anni, come la chiesa di Sant’Anna: un simbolo, un posto in cui gli abitanti del villaggio si possano riconoscere, che dica ai passanti, negli anni a venire: "Guarda, qui ci abita gente che sa lavorare bene, che va daccordo, a cui merita dare fiducia".

2 commenti:

Davide ha detto...

La scuola non solo è sacra, ma può essere un modello di civiltà e di cultura. Se questo modello è rispettoso di chi vive in quel paese, può essere un "traduttore" essenziale per mettere in contatto mondi che semvrano così distanti. La scuola, proprio come l achiesa, può essere luogo di incontro, purchè sia sentita come un elemento della comunità e non come un antagonismo. Mettere maestre laiche e del posto, per esempio, è già un passo in questa direzione.

Anonimo ha detto...

Lo scopo di una associazione come "Luca è con noi" è quella di creare le condizioni perchè gli stessi abitanti di quei villaggi possano scegliere la strada che vogliono fare.
Aiutiamoli ad aiutarsi.
La cosa difficile è sapersi fermare in tempo, saper rispettare le persone, le idee, la religione, le tradizioni di un luogo. Bisogna "NON PRESUMERE" di possedere cultura o civiltà superiori.