giovedì 26 giugno 2008

Giovani d'oggi...


“I giovani d’oggi non hanno più valori”. “I giovani adesso pensano solo più ai beni materiali”. “Nessuno pensa ad insegnare l’educazione ai giovani”. “I ragazzini delle scuole pensano solo a combinare guai”.
Tutte queste affermazioni sono state percepite durante le chiacchiere da bar, durante i dopocena annoiati in cui mancano gli argomenti di conversazione.
Si basano sulle poche informazioni, sulle poche immagini che alcuni telegiornali e alcuni giornali amplificano. In conseguenza di queste immagini viziate dalla urgente morbosità di alcuni giornalisti si ottiene che molta gente coltivi il pregiudizio, volta a volta verso i giovani, o altre categorie umane.

Noi dell’associazione abbiamo motivo di credere che non sia così come vogliono certi giornali. Tempo fa abbiamo varato il progetto “Adotta una maestra” con cui ci proponevamo di costruire un punto di contatto e di scambio tra gli allievi delle scuole primarie e una nostra maestra di scuola materna del villaggio di Mbonuà.
Quest’anno abbiamo iniziato dalle scuole di Cengio, soprattutto dal Consiglio Comunale dei Ragazzi di Cengio. Abbiamo avuto un incontro nel quale hanno ascoltato quel che avevamo da dire, hanno fatto domande, hanno ragionato in classe con le loro preziose insegnanti, hanno deciso di fare qualcosa per collaborare con l’associazione.
Pochi giorni fa siamo stati chiamati a ricevere dalle mani del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Cengio una somma considerevole, ottenuta con attività extrascolastiche, in piena autonomia e con piena coscienza. Hanno proseguito una adozione internazionale e hanno adottato pure un cane abbandonato del Canile di Cairo.
Tutto questo, dicevo, non fatto per sbaglio o per gioco, o perché qualche insegnante o genitore li ha obbligati, ma perché l’hanno voluto, progettato, pensato, fatto loro stessi, parlandone e decidendo di conseguenza, prendendosi delle responsabilità che talvolta noi adulti non sappiamo prenderci.

Il prossimo che vuol parlare male dei giovani d’oggi lo vada a dire direttamente in faccia ai fantastici Ragazzi del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Cengio.

Bravi ragazzi, siete fortissimi!! Continuate così!

sabato 21 giugno 2008

"Luca è con noi" VI edizione, è fatta!


Anche la VI edizione dell’annuale festa della nostra Associazione è passata. A nome del direttivo: grazie a tutti quelli che si sono dati da fare, a tutte le istituzioni, associazioni, commercianti, imprese private, semplici amici che hanno partecipato con il contributo che ritenevano più opportuno. Grazie.
Non abbiamo ancora i conti definitivi in mano ma possiamo ben sperare che per il progetto dell’infermeria si possa pensare a solide fondamenta (e non solo a quelle…).
La gente è venuta a seguire il concerto dei Lou Dalfin, molti hanno mangiato il bue allo spiedo. Tanta gente anche il giorno dopo, per il torneo di calcio femminile, i cavalli, la premiazione del concorso dei temi con il mago Omar.
Adesso pensiamo ai prossimi mesi, alle cose da fare, agli impegni. Ci sono i mercatini, ci sarà una visita a lungo progettata di alcuni nostri amici di cui vi parleremo più avanti, ci saranno altre manifestazioni.
E poi ci sarà una nuova edizione della festa, la VII.
Noi amici e soci del direttivo dell’associazione “Luca è con noi” siamo tutti felici del lavoro fatto, delle azioni che si potranno intraprendere. E siamo grati a Carla e Dino perché ci hanno dato questa possibilità.
Permettetemi infine di dire un semplice: ciao Patty! Torna presto!!

sabato 7 giugno 2008

l'attualità del razzismo


Riceviamo un documento che ci pare importante da far circolare il più possibile.

”Siamo persone - storici, giuristi, antropologi, sociologi, filosofi, operatori
culturali- che da tempo si occupano di razzismo. Il nostro vissuto, i nostri
studi e la nostra esperienza professionale ci hanno condotto ad analizzare i
processi di diffusione del pregiudizio razzista e i meccanismi di attivazione
del razzismo di massa. Per questo destano in noi vive preoccupazioni gli
avvenimenti di questi giorni - le aggressioni agli insediamenti rom, le
deportazioni, i roghi degenerati in veri e propri pogrom - e le gravi misure
preannunciate dal governo col pretesto di rispondere alla domanda di sicurezza
posta da una parte della cittadinanza. Avvertiamo il pericolo che possa
accadere qualcosa di terribile: qualcosa di nuovo ma non di inedito.

La violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto dell'Europa, essa
è stata, tra Otto e Novecento, un corollario della modernizzazione del Paese.
Negli ultimi decenni è stata alimentata dagli effetti sociali della
globalizzazione, a cominciare dall'incremento dei flussi migratori e dalle
conseguenze degli enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel
corso di questi venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni fenomeni.
Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il diffondersi di mitologie
neo-etniche e si è voluto ignorare il ritorno di ideologie razziste di chiara
matrice nazifascista. Ma oggi si rischia un salto di qualità nella misura in
cui tendono a saltare i dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito
il riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di massa.

Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti dalla stampa,
rischiano di riabilitare il razzismo come reazione legittima a comportamenti
devianti e a minacce reali o presunte. Ma qualora nell'immaginario collettivo
il razzismo cessasse di apparire una pratica censurabile per assumere i
connotati di un «nuovo diritto», allora davvero varcheremmo una soglia
cruciale, al di là della quale potrebbero innescarsi processi non più
governabili.

Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da tutti, a cominciare dalle più
alte cariche dello Stato, dagli amministratori locali, dagli insegnanti e dagli
operatori dell'informazione. Non ci interessa in questa sede la polemica
politica. Il pericolo ci appare troppo grave, tale da porre a repentaglio le
fondamenta stesse della convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso -
e anche allora i rom furono tra le vittime designate della violenza razzista.
Mai come in questi giorni ci è apparso chiaro come avesse ragione Primo Levi
nel paventare la possibilità che quell'atroce passato tornasse.

Le adesioni possono essere inviate a: razzismodimassa@gmail.com

29 maggio 2008”