martedì 23 ottobre 2007

Sull'isola deserta


Durante un programma radiofonico la conduttrice ha chiesto agli ascoltatori di intevenire con una telefonata o un sms dicendo che cosa si porterebbero appresso se dovessero andare su un'isola deserta.
Ci sono stati gli interventi più disparati: libri, carta, computer, telefoni, TV, lettori DVD o mp3, impianti satellitari, radiofonici, lampadine, candele. Pochissimi hanno pensato più semplicemente ad un accendino, ad un set da pesca, a del disinfettante, antibiotici, antidolorifici. Magari un semplice coltello, una pistola lanciarazzi, una tenda, un filtro per l'acqua o anche dei semplici contenitori...
Non avere problemi materiali da risolvere ci porta a non considerarli come problemi: ce ne dimentichiamo, semplicemente. E' tanto lontana da noi l'idea che si possa essere, un giorno, senza una pentola in cui cucinare, senza il fuoco, senza una benda con cui fasciare una ferita, che non la prendiamo più in considerazione.
E se non è un problema per noi, perchè dovrebbe esserlo per qualcun'altro al mondo?
Dalle risposte date alla conduttrice mi pare di capire che quello che ci manca è la comunicazione, ovvero la capacità di dialogare con gli altri. Dialogare: cioè dire e ascoltare.

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