martedì 2 ottobre 2007

Ottima è l'acqua



Nell’Africa Occidentale la popolazione è triplicata negli ultimi 50 anni. Solo 130 milioni di abitanti su 245 ha accesso all’acqua potabile. L’economia dell’Africa Occidentale si regge per gran parte sull’agricoltura. Già solo questi tre dati possono dare la misura della situazione delicatissima di questo continente. L’acqua buona, pulita, adatta da bere e per irrigare la campagna è, purtroppo, in lenta diminuzione. Il lago Ciad, ad esempio, è ridotto (a partire dal 1960) del 94%.
Quando una sostanza diminuisce ed è indispensabile per alcuni prefigura un problema. Per altri è un nuovo mercato. Alla fine degli anni ’90, dopo una conferenza degli stati africani sul tema dell’acqua, è nata la Public Private Infrastructure Advisory Facility (PPIAF), per volere dei governi giapponese ed inglese. Questa società ha aumentato il peso degli interessi privati nelle risorse idriche. Lo scopo sarebbe stato quello di ottimizzare le risorse, costruire infrastrutture (acquedotti, dighe, reti di distribuzione), secondo molte ONG operanti in questi paesi avrebbe avuto un effetto negativo, attribuendo un valore di mercato ad un bene che fino ad allora era un semplice diritto.
Altre nazioni hanno inaugurato piani di cooperazione con alcuni paesi africani: La Germania con il Benin (ben 22 miliardi di franchi CFA, circa 33 milioni di euro); Niger-UNICEF con il progetto 1-10 (ogni litro d’acqua venduto in Francia contribuisce a distribuirne 10 in Niger); Mali-Svizzera, per la raccolta in cisterne dell’acqua piovana.
In Costa d’Avorio il controllo dell’acqua ha contribuito ad aggravare lo scontro da poco finito (forse) tra ribelli e forze filo-governative: entrambe si contenderebbero i favori della compagnia nazionale di distribuzione dell’acqua (francese).
L’acqua rimane uno dei punti centrali su cui fondare la salvezza dell’Africa. Se verrà trattata solo come una risorsa economica i danni saranno incalcolabili.

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