sabato 10 novembre 2007

Tempo libero


Il mio vicino lava la macchina. La lava praticamente tutti i giorni, la lustra, la smonta, la rimonta. Se proprio non la lava pulisce il garage e gli attrezzi che servono per pulirla. La sua macchina è uno splendore, abbaglia per tanto che luccica. Una mia vicina invece sta alla finestra. Tiene il conto di chi arriva, di chi va, di quando esce tizio, di quando rientra caio. Un’altra mia conoscente porta a spasso il cane. Lo nutre con scatolette pregiate, gli cura il pelo, gli parla con calma, gli spiega le cose, talvolta lo sgrida.
In questi comportamenti non c’è niente di strano. Ognuno del suo tempo libero fa quello che vuole. Il problema è che si tratta sempre di pensionati, gente che ha superato la sessantina, ma stanno bene in salute, almeno apparentemente, e si dedicano alla loro passione in maniera integrale, totale: hanno dimenticato il resto del mondo, si occupano di quello e a loro basta. O forse no, ma è tardi per capire se gli basta davvero.
Bisognerebbe sempre darsi dei limiti, non permettere a nulla, nella propria vita, di dilagare fino a diventare patologico. Uno finisce per non capire più quello che gli succede davvero intorno e si espone alla solitudine, alla depressione, al vuoto esistenziale.
Fare volontariato può essere una strada per uscire da una certa condizione. Non è detto che ci si debba occupare di Costa d’Avorio, anche la Croce Bianca va bene, anche la Caritas, anche un comitato di quartiere che si occupa di ripulire un ruscello, per dire. Però bisogna fare qualcosa per gli altri CON gli altri. Perché non è naturale che l’uomo si isoli e sia soddisfatto della solitudine, perché bisogna combattere contro il deserto, l’aridità che avanza, per non diventare dei vecchi soli.

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