lunedì 19 novembre 2007

Albanesi


Uno dei nostri volontari ha un esercizio commerciale. Nel suo negozio passa un po’ di tutto: giovani e vecchi, uomini e donne, italiani e stranieri. Siccome passa tanta gente ha pensato di fare un po’ di “mercato” con gli oggetti africani: statuette, gattini, maschere, ciondoli, civette… L’incasso viene versato totalmente all’associazione. E poi ha messo pure un pieghevole che spiega le attività dell’associazione. Il “mercatino” va bene, ogni tanto vende qualcosa, la gente chiede, si interessa, è un piccolo passo importante.
“Un giorno” mi ha raccontato “è passato un operaio albanese. È un padre di famiglia, un lavoratore. Mi ha chiesto come si chiama quella bambina fotografata in primo piano sul pieghevole dell’associazione. Gli ho detto il nome, lui ha rovistato un attimo nelle tasche e ne ha cavato una moneta. Ha detto sorridendo che quella moneta voleva darla per quella bambina lì, quella sul pieghevole”. Chi mi ha raccontato questa storia sa che quell’uomo non naviga nell’oro, ha bisogno di ogni soldo che riesce a guadagnare per sistemare la propria moglie, la propria figlia e anche i parenti rimasti in Albania.
Intanto è importante riportare la notizia: non siamo/sono tutti uguali. Albanesi, turchi, italiani o cinesi: ce ne sono di buoni e meno buoni, lavoratori, pelandroni, filosofi, stupidi, furbi, belli e brutti.
E poi conta di più quella moneta che una donazione milionaria di chi se lo può permettere senza problema…

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