mercoledì 28 novembre 2007

Domande...


Un amico mi chiede come può fare per adottare un bambino a distanza: dice di essere anziano: “E se poi muoio, come fate? Lo rimandate in mezzo alla strada? Non è giusto, allora meglio neppure adottarlo!”

E invece no. No a tutte e due le domande: no a rimandarlo in mezzo alla strada: se proprio il “tutore” ovvero quello che ha versato fino a quel momento per quel bambino, non ce la fa a pagare per qualsiasi motivo non ci sono problemi: l’associazione si fa momentaneamente carico del bambino che viene rimesso a disposizione di chi vuole effettuare una adozione internazionale a distanza.
E no anche alla seconda domanda: abbiamo detto che il bambino non è lasciato a sé stesso, ma anche se fosse, noi pensiamo che è meglio un anno a scuola, vestito, curato, sfamato, educato da maestre locali, piuttosto che un anno da solo o solo in una famiglia troppo povera o troppo impegnata a lavorare per insegnargli qualcosa.
E poi, ogni tanto, bisognerebbe avere un po’ di fede, un po’ di fiducia, un po’ di speranza, nella vita. Non solo e sempre pensare alla propria morte, alla propria malattia, alla propria inadeguatezza di fronte a un bambino. C’è chi la chiama Divina Provvidenza, chi Vecchietto con la Barba Bianca, chi anche “caso”, ma bisogna imparare a fidarsi di quello che succede: non sempre le cose vanno bene, è vero, ma spesso vanno benissimo! E allora, su, azione! Speranza! Fede e Carità!

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