giovedì 27 settembre 2007

Dalla Costa d'Avorio



Una scuola in Costa d'Avorio. Una costruzione in muratura fatta da gente di Plodio e gente di Akoupè, che lavorano assieme per costruire una scuola.
Ma che senso ha? Perchè bisognava andare a scrivere quel nome e quel cognome tanto lontano? Non si poteva fare qui? In Valle Bormida? Perchè questi bravi plodiesi hanno fatto 20.000 Km per fare tutto questo?
E' semplice: perchè ce n'era bisogno.
Si, lo sappiamo, anche qui, talvolta c'è bisogno, ma qui non è mai emergenza come in molti paesi africani, asiatici, sudamericani o dell'Europa orientale.
Perchè proprio la Costa d'Avorio? Non lo sappiamo, nessuno lo sa. Forse non è l'associazione che ha scelto la Costa d'Avorio, o piuttosto sono tutti quei bellissimi bambini ad aver scelto l'associazione. Come è successo? Non lo sappiamo, sono combinazioni, casi, eventi fortuiti che a volte funzionano meglio di certe scelte a lungo ponderate, pensate e ragionate.
L'associazione è partita per aiutare gli altri, fino ad ora è riuscita a realizzare delle buone piccole cose, e ogni membro, ogni persona che condivide queste iniziative ha scoperto che fare del bene serve agli altri e cura sè stessi.
Chi non ha una ferita, più o meno profonda, più o meno sanguinante nell'animo? Chi non ha mai provato a curarla, ignorala, condividerla con altri? L'unico momento in cui non si sente (o si sente un po' meno) il bruciore di quella ferita è quando curiamo le ferite altrui. Prendendoci cura degli altri curiamo noi stessi.
Una scuola in Costa d'Avorio serve come un pozzo, come un trattore, come una medicina. I bambini che imparano (da maestre locali le loro tradizioni e le nuove materie) sapranno costruirsi un futuro, mantenendo un legame forte con la loro terra, riavviando un'economia difficile.
Il mondo potrebbe essere meglio di com'è, ecco perchè bisogna andare a 20.000 Km, fare una scuola, dare una speranza ad un popolo dignitoso e generoso.

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