sabato 7 giugno 2008

l'attualità del razzismo


Riceviamo un documento che ci pare importante da far circolare il più possibile.

”Siamo persone - storici, giuristi, antropologi, sociologi, filosofi, operatori
culturali- che da tempo si occupano di razzismo. Il nostro vissuto, i nostri
studi e la nostra esperienza professionale ci hanno condotto ad analizzare i
processi di diffusione del pregiudizio razzista e i meccanismi di attivazione
del razzismo di massa. Per questo destano in noi vive preoccupazioni gli
avvenimenti di questi giorni - le aggressioni agli insediamenti rom, le
deportazioni, i roghi degenerati in veri e propri pogrom - e le gravi misure
preannunciate dal governo col pretesto di rispondere alla domanda di sicurezza
posta da una parte della cittadinanza. Avvertiamo il pericolo che possa
accadere qualcosa di terribile: qualcosa di nuovo ma non di inedito.

La violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto dell'Europa, essa
è stata, tra Otto e Novecento, un corollario della modernizzazione del Paese.
Negli ultimi decenni è stata alimentata dagli effetti sociali della
globalizzazione, a cominciare dall'incremento dei flussi migratori e dalle
conseguenze degli enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel
corso di questi venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni fenomeni.
Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il diffondersi di mitologie
neo-etniche e si è voluto ignorare il ritorno di ideologie razziste di chiara
matrice nazifascista. Ma oggi si rischia un salto di qualità nella misura in
cui tendono a saltare i dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito
il riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di massa.

Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti dalla stampa,
rischiano di riabilitare il razzismo come reazione legittima a comportamenti
devianti e a minacce reali o presunte. Ma qualora nell'immaginario collettivo
il razzismo cessasse di apparire una pratica censurabile per assumere i
connotati di un «nuovo diritto», allora davvero varcheremmo una soglia
cruciale, al di là della quale potrebbero innescarsi processi non più
governabili.

Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da tutti, a cominciare dalle più
alte cariche dello Stato, dagli amministratori locali, dagli insegnanti e dagli
operatori dell'informazione. Non ci interessa in questa sede la polemica
politica. Il pericolo ci appare troppo grave, tale da porre a repentaglio le
fondamenta stesse della convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso -
e anche allora i rom furono tra le vittime designate della violenza razzista.
Mai come in questi giorni ci è apparso chiaro come avesse ragione Primo Levi
nel paventare la possibilità che quell'atroce passato tornasse.

Le adesioni possono essere inviate a: razzismodimassa@gmail.com

29 maggio 2008”

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