sabato 31 maggio 2008
Incontro con le scuole
Mercoledì 21 maggio l’Associazione ha incontrato gli alunni delle classi V elementare, I e II media delle scuole di Cengio. Il comune ha messo a disposizione la sala consiliare. Abbiamo mostrato il filmato realizzato dai volontari nell’ultimo viaggio in Africa, abbiamo parlato, chiaccherato amabilmente a lungo con loro. I ragazzi sono stati attentissimi, svegli, curiosi. Avevano le loro belle domande da fare, sul perché e sul percome: sono tutti ragazzi fantastici.
Molti di loro fanno parte del Consiglio Comunale dei Ragazzi, una vera istituzione che si pone problemi e cerca di dare risposte alle questioni che vengono fuori dagli incontri, dalle proposte degli insegnanti o da quelle di associazioni come la nostra.
Abbiamo spiegato che non si può vedere l’Africa solo e sempre attraverso i luoghi comuni: fame, povertà, miseria, malattie e guerra.
L’Africa produce arte, letteratura, musica. I bambini di cui ci occupiamo hanno tanti problemi, ma sono anche bambini felici: ridono, giocano e sono curiosi e svegli. La fame non è un problema: al massimo lo è non potersi permettere certi cibi, come la carne fresca o altri tipi di proteine. Non è un problema non potersi comprare un videogioco o una bicicletta, perché il gioco se lo costruiscono e fanno a meno della bici. Il problema è, ad esempio, subire una malattia, perché ci sono pochi medici e costano cari. Il problema è quello di raccogliere i soldi sufficienti per potersi iscrivere ad una scuola, comprare libri, quaderni e penne.
Perché senza scuola si rimane nell’ignoranza, e se si è ignoranti si fa presto a diventare vittime. Allora per costruirsi un futuro ci vogliono le scuole.
Il Consiglio Comunale dei Ragazzi, le classi incontrate e le loro bravissime insegnanti, mi hanno detto che cominceranno presto a preparare lettere e disegni da mandare ai loro nuovi amici ivoriani. L’Associazione si farà tramite e garante di questa corrispondenza, in modo che nasca per davvero un piccolo ponte, un contatto tra amici lontani, perché sia più facile capirci ed aiutarci a vicenda.
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